
Via Crucis con un sacco
Suggestiva la via crucis proposta dai bambini del catechismo alla comunità parrocchiale la sera di venerdì 23 marzo. Il titolo può sembrare un poco strano; sicuramente inconsueto. Eppure proprio in questo sta il segreto e il messaggio della celebrazione.
La preghiera si è dipanata in sei quadri, un percorso a interrogare sei testimoni del Calvario di Gesù. Ciascuno identificato con un simbolo:
1) PILATO: CATINO
2) GIUDA: MONETE
3) IL SOLDATO: FRUSTA
4) SIMONE DI CIRENE: FAGOTTO
5) BUON LADRONE: CATENE
6) GIUSEPPE D’ARIMATEA: OLI PROFUMATI E BENDE
Di volta in volta un gruppo di bambini entrava in scena e deponeva il simbolo ai piedi della croce posta al centro della chiesa; poi si spostava per dialogare con il personaggio. Ecco però ogni quadro si concludersi con l’avvicinarsi di Gesù a raccogliere nel suo sacco:
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il catino dove Pilato s’è lavato le mani, cioè la sua paura, la paura di sporcarsi le mani per lui.
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le monete del tradimento: è pronto a perdonare persino Giuda che gli ha rubato la vita!
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la frusta del soldato: come ha accolto ogni suo colpo così accoglie la sua violenza e la sua vigliaccheria.
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il fagotto di Simone, quello delle sue fatiche di tutti i giorni, apprezzando la sua capacità di accettare ciò che non aveva previsto e che ha cambiato per sempre la sua vita.
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le sue e le nostre catene, quelle catene che ci bloccano. Sulla croce ogni catena è strappata per sempre. Altro che sconfitta! È il trionfo dell’amore!
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gli oli profumati e le bende, ossia la cura e l’amore con cui Giuseppe d’Arimatea ha trattato il Suo corpo.
Un percorso carico di tristezza che culmina in un messaggio di grande speranza. Ora sappiamo che il sepolcro non è la sua dimora definitiva. Ora occorre attendere che il seme germogli. Dopo il buio viene la luce: quella della risurrezione. È la vita che vince sulla morte.