8 giugno: anniversario di ordinazione di don Luca

Tuoni e lampi. Via Venezia è senza luce e in chiesa scende improvvisa la notte. Un tonfo sordo apre la finestra in fondo al transetto di destra e una ventata d’acqua investe i volontari del servizio d’ordine. Non esattamente il soffio lieve dello Spirito a Pentecoste, ma questa è stata la fragorosa e calorosa accoglienza della nostra parrocchia ai preti 2019 convenuti per festeggiare il loro primo anniversario di ordinazione sacerdotale.
 
Ecco don Fabio armato di Hillary correre nel magazzino (quello che ancora puzza di bruciato…). Memore del secondo posto nella staffetta 4x100 ai giochi Panasiatici del 1998, ecco il sacrestano armato di scala correre verso il luogo del delitto e salire lesto a sprangare la vetrata.
 
Intanto don Luca intrattiene i compagni nella bella cornice della cappella di san Francesco. Nel rispetto delle norme liturgiche in tempo di Covid, ciascuno ha ordinatamente disposto il suo piccolo calice sull’altare. Finalmente ci siamo tutti. Ultimo ad arrivare (da Busto Garolfo) don Emanuele Tempesta; non esattamente un cognome di buon auspicio!
 
Il coro riempie i 10’ di attesa provando i canti della celebrazione. Per la verità riempie anche il rinnovato spazio a disposizione dopo l’abbassamento dell’ottagono battesimale. Sempre rispettando in modo rigoroso le rigorose norme del distanziamento.
 
Si parte. Guidati da don Fabio e don Patrizio 15 giovani preti sfilano in direzione cappella della Madonna per convergere verso la navata principale e da lì tutti in processione verso il presbiterio. Niente chierichetti. Niente incenso e fuoco. Qualcuno giustamente si lamenta, ma le norme lo vietano.
 
Presiede don Luca, ma dopo le letture (non esattamente brevi…) ecco don Alessandro prendere posto sull’ambone. Lo consociamo bene: è il giovane responsabile di pastorale giovanile in zona Oltresempione. Tocca a lui il compito dell’omelia dove rilegge e attualizza il motto della classe, la frase di san Paolo: “Siate lieti nella Speranza”. Non l’emozione di un momento, ma un dono da custodire nella fedeltà.
 
La celebrazione procede senza intoppi. Intanto la navata si riempie di fedeli che, diminuita l’intensità della bufera, sono finalmente riusciti a mettere la testa fuori casa. Tra i presenti si notano anche alcuni genitori dei giovani preti venuti a festeggiare i figli, memori della grande commozione provata in occasione dell’ordinazione e della prima s. messa.
 
Alla comunione non manca un poco di confusione a motivo della quantità di calici, pissidi e patene che affollano l’altare. Pochi se n’accorgono. Per fortuna le liete note del coretto catturano il cuore e la mente di tutti. Non mancano alcune strofe dell’inno dei preti 2019, appunto: “Siate lieti nella speranza”.
 
È arrivato il momento del parroco, ben lieto di poter salutare i giovani confratelli, incoraggiandoli a coltivare i rapporti d’amicizia dentro la classe. Intanto ecco comparire in mezzo alla chiesa il profilo ben noto in città del nostro Armando (ogni parrocchia ne ha almeno uno!). A suo modo pure lui intende partecipare alla gioia del popolo di Dio; gli viene purtroppo negata la richiesta di ballare la tarantella.
 
E siamo ai regali. Pensa e ripensa la comunità offre a ciascun festeggiato un sasso e un fiore. A dire il dono dello Spirito che custodisce la freschezza del ministero pur nelle stagioni della fatica e dell’aridità.
La messa è finita, si potrebbe dire parafrasando il titolo di un celebre film. Vero, ma rimane nel cuore la memoria di un evento che senz’altro ha nutrito la nostra comunità. Nell’attesa orante che prima o poi il Signore arricchisca la nostra parrocchia con il dono prezioso di una vocazione alla vita consacrata.
 
Nulla è dato sapere circa il momento conviviale vissuto poi dai giovani preti in un noto ristorante della città!