I cresimandi a San Siro

È sempre con una certa emozione che si entra nel ‘tempio’ laico dello sport milanese: lo stadio di san Siro. Questa volta però colori e coreografie, ola e applausi non erano per i calciatori rossoneri o nerazzurri, ma per il nostro arcivescovo mons. Mario Delpini venuto ad accogliere i cresimandi 2019 della diocesi.
Tra loro anche un folto gruppo di nostri ragazzi di V primaria con genitori e catechiste guidati (si fa per dire…) da don Luca e don Fabio. Già alle 13.45 tutti sulla banchina della stazione di Legnano in attesa del treno dove siamo saliti puntuali alle 14.05 in direzione Milano porta Garibaldi. Da qui la linea lilla della Metro ci ha condotti fino allo stadio. Espletati i controlli di rito, consegnati i tappi delle bottigliette d’acqua, requisito il ‘pericoloso’ cartello con la scritta “Legnano”, eccoci salire le rampe delle torri d’accesso fino al secondo anello.
Alle 16.15 siamo comodamente seduti a seguire la preparazione dell’evento iniziato purtroppo con una notizia meno positiva: l’impossibilità da parte dei mille figuranti di eseguire le coreografie sul campo di calcio. Troppo forte il rischio di rovinare il manto erboso dove ancora dove ancora devono esibirsi gli atleti. Inutile negare che questo ha molto ridotto l’impatto visivo della celebrazione, iniziata alle 17.00 con l’arrivo dell’arcivescovo e dei vicari episcopali. Tra questi mons. Luca Raimondi, vicario della nostra zona pastorale, quella caratterizzata dalla pettorina azzurra con la scritta “In che senso?”. Per la verità la frase stava sulla pettorina dei 60mila presenti e su quella di don Fabio. Legnano santi martiri si distingueva appunto per la pettorina SENZA scritta!! Come mai? Le ipotesi si sprecano, ma inutile stare a sottilizzare!

Il file rouge della preghiera si è giocato sui 5 sensi donati da Dio all’uomo (vista, udito, tatto, gusto e olfatto) intrecciati con i 7 doni dello spirito santo. Gustare la vita, profumare di buono, vederci chiaro… sono alcuni degli slogan che hanno arricchito di riflessioni la celebrazione. In proposito l’intera bella omelia del vescovo andrebbe ripresa e meditata. Ci basti qui riportare l’ultimo significativo paragrafo:

"Ecco il compito che vi affido. Prendete un foglio bianco (o anche giallo, verde, rosso…) e scrivete questa frase: “Chi posso rendere felice quest’oggi?”. Appendetelo alla porta della vostra camera e leggetelo ogni mattina. Alla sera domandatevi: “Chi ho reso felice oggi?”. Se avete dato gioia a qualcuno potete dormire tranquilli: l’Angelo di Dio vi accompagna con il suo sorriso".

Alle 18.45 eccoci affrontare le peripezie dell’uscita dallo stadio e la calca ai tornelli della metropolitana per ritrovarci finalmente tutti sulla banchina del treno a porta Garibaldi. 
Verso le 21.00 tutti a casa. Molti ricordi ci accompagneranno nei prossimi giorni. Senz’altro ogni mattina risuonerà la domanda: “chi posso rendere felice oggi?”.