Oratorio feriale, un'esperienza da portare nel cuore

“Tutto passa!” direbbe il saggio con una punta di amaro cinismo. Vero, tutto passa, ma le esperienze belle rimangono nel cuore. Si sedimentano come ricordi che alimentano le radici profonde di ciò che siamo e diventiamo. 

Di questo tipo è l’esperienza dell’oratorio feriale. Intensa e a tratti anche faticosa (almeno per gli animatori), ma ricca di tante occasioni per crescere e imparare. Senz’altro a stare insieme, pur nella difficoltà di conciliare caratteri e interessi, età e attitudini assai diverse.

Di certo l’oratorio pieno è molto più bello dell’oratorio vuoto. Le magliette colorate, i sorrisi dei bambini, le voci degli animatori, i rumori del gioco hanno abitato e riempito per 5 settimane i saloni e il cortile del nostro oratorio. Saloni e cortile, che - durante l’anno -, sono troppo spesso consegnati al grigio della solitudine.

Un’immagine emblematica di quanto sia bello un oratorio pieno l’abbiamo tutti sperimentata la sera di venerdì 6 luglio quando la festa finale (pur anticipata di una settimana) ha visto accorrere anche un bel numero di genitori e nonni. Sul palco balli e scenette preparati durante i laboratori in un susseguirsi di sketch che hanno visto l’esibizione anche di un mago di fama ormai internazionale, Ivan Pivan.

Poi certo tutto passa e anche l’oratorio estivo è arrivato alla sua conclusione. Segno inesorabile del tempo che scorre senza sosta (e della ripresa della scuola che s’avvicina!). Eppure rimane forte la certezza che le esperienze vissute con passione lasciano un segno indelebile nella mente e nel cuore.