Gesù cresceva in età, sapienza e grazia: lettera per il tempo di Natale.

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Tempo di Natale
Dalla lettera di san Paolo ai Filippesi

  
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica.
E il Dio della pace sarà con voi!
(Fil 4, 8-9)

Il “tempo di Nazaret”
Anche la ripresa delle attività dopo l’Epifania è un tempo di grazia, per quanto talora segnato da fatica e malumore.
Vorrei proporre di vivere qualche settimana come un tempo propizio per sperimentare la bellezza del quotidiano vissuto bene, come un “tempo di Nazaret”.
I tratti con cui Paolo disegna una sorta di “umanesimo cristiano” nella Lettera ai Filippesi può ispirare ad accogliere la proposta.
 

«Gesù cresceva in età, sapienza e grazia»

Sintesi della Lettera di mons. Delpini
per il tempo di Natale
(gennaio/febbraio 2020)

 
L’apprendistato di Nazaret
Anche gli anni di Nazaret sono anni di Vangelo: «E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). Il diventare uomo del Figlio di Dio non è stato un istante, ma una docilità al tempo, alle circostanze, alle relazioni. Mentre la storia dei “grandi” scriveva pagine tragiche o gloriose negli annali per consegnarle ai posteri, Gesù a Nazaret viveva il suo presente quotidiano come una sorta di apprendistato della vita degli uomini.
La curiosità degli uomini ha amato immaginare particolari pittoreschi, eventi clamorosi, parole memorabili: ma è un esercizio inutile.

Negli anni trascorsi da Gesù a Nazaret si potrebbe dire che “non sia successo niente”; Gesù “non ha fatto niente” che la testimonianza apostolica abbia ritenuto necessario tramandare nei Vangeli. Ha, semplicemente, vissuto.
Il divenire uomo del Figlio di Dio rende possibile ai figli degli uomini divenire figli di Dio per il dono dello Spirito. C’è quindi un modo di vivere il tempo, le circostanze, le relazioni che conforma all’umanità di Gesù.
Non c’è altro da fare che vivere il quotidiano lasciandoci condurre dallo Spirito, perché tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, virtuoso, lodevole sia oggetto dei nostri pensieri (cfr. Fil 4,8).

Diventare adulti come Gesù
Fa bene al nostro camminare nella fede vivere il tempo di Nazaret, l’or-dinario dei giorni che trascorrono nelle circostanze che ci sono date, nella trama dei rapporti quotidiani.
Lo zelo per l’annuncio del Vangelo e per l’educazione alla fede induce talora a proporre iniziative, appuntamenti, eventi e convocazioni che congestionano il calendario della comunità e delle persone.
Il tempo che segue al Natale può essere dunque propizio per proporre qualche settimana in cui “non si fa niente”, se non crescere in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Si può quindi proporre di evitare riunioni e di non congestionare il calendario di iniziative, così che anche “le persone impegnate” possano disporre di serate per “stare in casa”, pregare in famiglia, chiacchierare a tavola, praticare ritmi più ordinati di riposo, dedicare qualche tempo a letture costruttive e ad aggiornamenti su temi di attualità.

Il tempo è amico del bene
Non si può tirare un albero perché cresca più in fretta: nella vita è iscritta una legge che confida nel tempo come condizione necessaria per il suo sviluppo, non solo per le piante. Il tempo di Nazaret, quello in cui “non succede niente” è necessario per la maturazione delle persone.
Certo per le piante e i fiori c’è una sorta di automatismo, per le persone sono necessari la presenza dello Spirito e l’esercizio della libertà.
Anche per alcuni appuntamenti che caratterizzano il tempo di Natale è importante una verifica perché non siano un congestionarsi di iniziative, ma l’occasione per l’opera di Dio, attuando la persuasione che la situazione sia un’occasione.

Appuntamenti pastorali
Credo sia necessario dedicare tempo e fiducia alla riflessione, alla preghiera, al confronto, prima di promuovere iniziative. Mi riferisco ad alcuni appuntamenti che ritornano ogni anno, ma che meritano un approfondimento su temi decisivi per la Chiesa e la società, quali:
  • la Festa di don Bosco (e la tematica educativa)
  • la Festa della famiglia
  • la Giornata per la vita
Suggerisco non tanto di promuovere ulteriori iniziative o convocare incontri per ascoltare esperti, quanto piuttosto di passare qualche tempo in più in famiglia, cogliendo l’occasione per pregare insieme, per dialogare con calma, leggere o rileggere insieme qualche testo significativo

Mi permetto di proporre qualche esempio per accendere la fantasia: rileggere l’omelia per il giorno del matrimonio, il testamento spirituale del nonno, qualche brano di Amoris Laetitia di papa Francesco…

Inoltre, il tema dell’educazione ci ricorda l’importanza del mondo della scuola, quale aiuto fondamentale al compito della famiglia. Desidero sottolineare questo ambito come essenziale per la pastorale diocesana, incoraggiando il contributo che i cristiani sono chiamati a dare in esso.
 
Carissimi,
auguro che l’inizio dell’anno sia nella pace e prometta pace, per noi e per tutti i popoli.
La suggestione di vivere il tempo di Nazaret possa ispirare uno stile, una serenità, una pazienza che ami il tempo che viviamo come amico del bene.
«Che il Dio della pace sia con tutti voi» (cfr. Fil 4,9).

 
… suggerimento finale
Questo periodo può essere il tempo propizio per approfondire la conoscenza di maestri di vita spirituale ancora oggi attuali che ci possono aiutare ad apprezzare il “tempo di Nazaret”. In particolare:
  • Charles de Foucault e
  • Madeleine Delbrèl.