Oratorio e campeggio in festa 2019

Iniziamo dal fondo. Precisamente quando una colorita e colorata suor Letizia entra in sacrestia a cercare don Fabio che ha appena concluso la celebrazione dei battesimi. “Sig. parroco – dice con fare apparentemente ingenuo – c’è don Luca che ha bisogno di lei”. E aggiunge persino: “non so, non so proprio di cosa abbia bisogno, ma ha detto di andare subito”.

A differenza dei bambini appena battezzati, il parroco non è nato ieri e non è ancora del tutto rintronato per cui sapeva bene quanto lo aspettava. Tuttavia con spirito combattivo e sprezzo del pericolo eccolo avventurarsi impavido verso il suo destino. Gli basta aprire la porta della sacrestia per cogliere al volo la situazione: polvere colorata da tutte le parti in una sarabanda di grande allegra confusione.

A poco serve rimanere discosti e defilati dietro uno dei pilastri del porticato. Ben presto viene individuato e raggiunto dal don Luca con la masnada dei suoi ‘bravi’ di manzoniana memoria e… anche lui diventa multicolor!!! Basterà una bella doccia per essere di nuovo in pista la sera a gustare sotto il portico l’ultima salamella della lunga, calda estate.
La cena alla griglia ci rimanda spediti al pranzo dove gli esperti della matematica hanno contato 3054 presenze al tavolo contro le 270 iscrizioni. I salti mortali dei nostri papagroup hanno sfamato tutti e ciascuno con piatti tipici della cucina valtellinese: dai pizzoccheri alla polenta taragna. Ovvio il richiamo al campeggio del mese di luglio che ha visto i nostri ragazzi soggiornare proprio in cima alla valle in località santa Caterina, ridente paesino purtroppo ancora isolato da un grosso masso staccatosi dalla frana che ci ha tenuti col fiato sospeso l’intera estate.

Così il pranzo è stato allietato dalla proiezione di quattro filmati legati appunto al campeggio: anzitutto i volontari al lavoro per il montaggio del campo base e poi le immagini più significative dei tre turni. Al termine la premiazione del concorso fotografico dove un’anonima e insindacabile giuria artistica ha scelto i tre vincitori tra i 33 partecipanti:
  • 3° classificato Chiara Pessina dove la tecnica fotografica permette la messa a fuoco di un fiore giallo sullo sfondo di uno sfumato arco alpino
  • 2° classificato Simone Patano con un re-made del cenacolo di Leonardo grazie a protagonisti d’eccezione quali don Luca e gli animatori del primo turno
  • 1° classificato Simone Della Vedova che è riuscito a cogliere due marmotte mentre si girano le spalle e guardano l’una a destra e l’altra a sinistra.
Il momento clou della giornata è stato però indubbiamente quello vissuto a metà mattina: la sentita e partecipata celebrazione eucaristica nel cortile dell’oratorio con preti e altare su una pedana tanto stretta quanto robusta. La bella omelia di don Luca ha costretto tutti a faticose torsioni del collo, dipanandosi in un’attenta lettura del logo esposto sulla balconata: ora… corri!! Si tratta della proposta educativa per l’oratorio invernale; purtroppo poco frequentato ma non per questo meno significativo di quello estivo che registra invece sempre un gran successo di popolo. Inutile aggiungere la cura del canto affidata come sempre al nostro mitico coretto.

Al termine della messa l’altisonante annuncio del parroco circa il prossimo evento oratoriano: la castagnata di domenica 27 ottobre. Don Luca in moto aprirà la sfilata dei centauri con al seguito bici e tricicli, auto e minibus per raggiungere una segreta meta delle prealpi lombarde al momento nota solo ai grandi capi decisi a non rivelarla neppure sotto tortura.

Dopo il canto finale, tutti ai tavolini presidiati dalle nostre catechiste per l’iscrizione ai percorsi di preparazione ai sacramenti della comunione e della cresima. Mentre lo stand della cooperativa santi Martiri permetteva la visione di una mostra di arte-terapia realizzata dai suoi ragazzi, l’affollato bar offriva a tutti abbondante aperitivo ricco di torte dolci e salate.

Siamo arrivati alla fine (cioè all’inizio), diranno a questo punto gli ormai stanchi lettori. No, perchè prima del giorno c’è la notte. Quella trascorsa quasi insonne da più di cento campeggiatori di tutte le età, razze, grado di istruzione e condizione sociale. Tutti insieme appassionatamente.

Per quanto negli austeri spazi dell’oratorio una notte in campeggio non è vera notte senza il falò, condito da canti e balli. Ecco dunque i genitori industriarsi per difendere dalle fiamme la resina ancora faticosamente aggrappata all’asfalto del campo da gioco. Niente di più bello che apprezzare il campanile della nostra chiesa emergere dalla penombra grazie alle fiamme accese in mezzo al cortile.

Ancora un passo indietro e siamo alla cena di sabato. La sera di apertura della festa in un mix di campeggio e oratorio a indicare percorsi educativi che si intrecciano e si sostengono. Con il segreto desiderio che la tensione e la passione che si respira sotto le tende possa davvero soffiare forte anche al portone di via Marco Polo. Con l’augurio che quando don Luca griderà: ora, si possa sentire in coro l’adesione dei ragazzi e degli educatori: corri!!
 
P.S. Siamo partiti dalla fine, ma in realtà il vero the end andrebbe sposato a lunedì mattina quando le brave sig.re dedite alle pulizie hanno varcato la soglia dell’oratorio e… si sono imbattute in una devastazione di polveri e colori. Dopo un momento di comprensibile smarrimento, una di loro ha chiesto: “ma si sono divertiti? Allora va bene così!”. Un grazie di cuore anche per questa nascosta, preziosa e gratuita disponibilità.

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