Gita pellegrinaggio a Piacenza

Puntuale come sempre, alle ore 8.00 di sabato 16 giugno il minubus lasciava il sacro patrio suolo in direzione Piacenza, meta scelta quest’anno per la tradizionale pellegringita con le catechiste a conclusione del percorso vissuto insieme in questi mesi. A bordo 18 pellegrini comprese le suore e il parroco.
Oltrepassato il Po entriamo nelle terre dell’Emilia Romagna e dopo pochi km l’autista ci lascia nelle vicinanze del Duomo dedicato a santa Maria Assunta (come indicato anche dalla statua che si slancia verso l’alto in mezzo alla pazza) e a santa Giustina. Prima di entrare una meritata pausa caffè e un giretto per il mercato, luogo che ha sempre il suo fascino in una comitiva che vedeva il parroco come unico rappresentante del sesso maschile.
Eccoci dunque in preghiera e meditazione nella cripta del Duomo dove don Fabio ha suggerito alcuni spunti di riflessione a partire da un articolo comparso sull’Osservatore romano dal titolo “l’intellettualizzazione del cristianesimo”. Espressione forse un poco astrusa per indicare il rischio di una eccessiva insistenza sulla spiegazione dei contenti che finisce per sottrarre spazio al fascino dell’incontro con il Signore nel dono dei Sacramenti. Come se le nostre parole fossero più efficaci della grazia che essi trasmettono.
Per spiegarci basta l’esempio di un innamorato che promette all’amata il regalo di una splendida rosa rossa. Salvo poi intrattenerla una settimana con un piccolo corso di agronomia a spiegare come si coltivano i fiori, in quale terreno, grazie a quale concime… La seconda settimana trascorre nell’illustrare il significato dei colori e del rosso in particolare, la terza passa con lezioni di chimica sui profumi… Quando finalmente dopo due mesi arriva il gran giorno del regalo, ecco che la ragazza s’è ormai stufata e anche il fiore è appassito. Un eccesso di spiegazione ha tolto fascino al segno.
Forzando un poco il discorso, paradossalmente il meglio (sempre nemico del bene…) sarebbe dunque amministrare i sacramenti all’inizio della seconda primaria, valorizzando poi il percorso di catechesi nell’aiutare a comprendere la bellezza del dono ricevuto!!
Nessuno ha la soluzione magica; tuttavia riflettere è sempre un bene.

Alle 11 incontriamo Elisa, per altro anche lei catechista nella sua città di Lodi. È qui come guida a introdurci ai “misteri della cattedrale”, un suggestivo percorso che per due ore ci conduce lungo i luoghi segreti dell’antico edificio. Si inizia con alcune sale dove sono raccolti quadri e arredi sacri. Tra questi alcuni oggetti già del vescovo mons. Scalabrini importante non solo per le opere di restauro del Duomo, ma per aver fondato l’odine che da lui prende il nome. In un periodo storico (fino ‘800 inizio ‘900) che vedeva moltissimi italiani partire in cerca di fortuna, ecco che preti e religiose scalabriniane si prestano a condividere la migrazione come prezioso punto di riferimento (non solo) spirituale per tante persone nel momento del non facile inserimento in terre sconosciute e non di rado ostili.
Si passa poi alla sezione delle pergamene e dei manoscritti, pazientemente redatti dagli amanuensi dello scriptorium annesso alla cattedrale. Libri che ‘parlano’. Basti pensare alla pergamena firmata addirittura da Carlo Magno (siamo agli inizi del IX secolo!!); il pensiero di tutti corre al numero impressionante di pecore necessario per fornire la materia prima ad antifonari ricchi anche di 500 pagine.
Ed eccoci lungo le strette scale che portano alla cupola. Una salita tra gradini diseguali e il rischio sempre incombente di picchiare la testa contro qualche architrave. Tra una rampa e l’altra piccoli spazi di sosta impreziositi da opere d’arte sacra di artisti contemporanei. Non senza qualche fatica arriviamo tutti alla cupola dove si può ammirare il panorama della città e soprattutto osservare da vicino gli affreschi del Guercino.
La rapida discesa ci riconduce nel silenzio del duomo ormai chiuso. Le lancette dell’orologio veleggiano verso le 13.30 e a guidarci verso la taverna del meritato ristoro non è la schermata di google maps, ma la fame! Pochi minuti di cammino e le gambe sono finalmente sotto il tavolo. Ricco menu a base di antipati e primi: affettati piacentini, tortellini, gnocchetti e gli immancabili pisarei. Dolce e caffè!
Il tempo almeno per vedere piazza Cavalli e siamo di nuovo sul pullman. Niente riposino stavolta. Il clima di commossa euforia ci tiene ben desti. Ne profitta suor Mariangela che si congeda dalla nostra comunità con una sorta di pesca di beneficenza dove dispensa graditi regalini a tutti. Li conserveremo come prezioso ricordo della sua presenza in mezzo a noi.  
Alle 17.00 siamo di nuovo in piazza Vittorio Vento, orgogliosi di aver visto la nostra città giustamente ricordata anche a Piacenza dove una lapide recita: “in questo tempio il 1 maggio 1183 la Lega Lombarda vinto il Barbarossa a Legnano promise la pace sancita a Costanza”.